Il buongiorno di Lucia Conte, è come il buon caffè alla mattina, rilascia un profumo avvolgente che ti accompagna per tutto il giorno. Le sue parole sono acqua pura, nascono da un profondo rispetto e amore per la musica e l’arte.
LUCIA CONTE: la voce del cuore tra Lirica e Tango
CARMEN, George Bizet – LUCIA CONTE, “Je dis que rien ne m’épouvante”
LA DIAVOLESSA, Baldassare Galuppi – LUCIA CONTE, “una donna che apprezza il decoro”
LA FUGA IN MASCHERA, Gaspare Spontini – LUCIA CONTE, “La mia lanterna magica”
LUCIA CONTE, “Histoira de un amor” – Letra y musica de Carlos AlmaránLUCIA CONTE
LETRA HISTORIA DE UN AMOR
Carlos Almarán
Ya no estás más a mi lado, corazón
Tu non sei più al mio fianco, cuore mio
En el alma solo tengo soledad
Nella mia anima tengo solamente solitudine
Y si ya no puedo verte
E se non posso averti
¿Por qué Dios me hizo quererte?
Allora perché Dio mi ha fatto innamorare di te?
Para hacerme sufrir más
Solo per farmi soffrire di più..
Siempre fuiste la razón de mi existir
Sei sempre stata la ragione della mia esistenza
Adorarte, para mí, fue religión
Adorati per me è come una religione
En tus besos encontraba
Nei tuoi baci ho incontrato
El amor que me brindaba
L’amore che mi hai dato
El calor de tu pasión
Il calore della tua passione
Es la historia de un amor
Questa è la storia di un amore
Como no hay otro igual
Diverso da tutti gli altri
Que me hizo comprender
Che mi ha fatto comprendere
Todo el bien, todo el mal
Tutto il bene, e tutto il male
Que le dio luz a mi vida
Che ha dato luce alla mia vita
Apagándola después
Per poi spegnerla poco dopo
Ay, qué noche tan obscura
Oh, Che notte oscura
Todo se me ha de volver
Senza il tuo amore non vivrò
Ya no estás más a mi lado, corazón
Tu non sei più al mio fianco, cuore mio
En el alma solo tengo soledad
Nella mia anima tengo solamente solitudine
Y si ya no puedo verte
E se non posso averti
¿Por qué Dios me hizo quererte?
Allora perché Dio mi ha fatto innamorare di te?
Para hacerme sufrir más
Solo per farmi soffrire di più..
Es la historia de un amor
Questa è la storia di un amore
Como no hay otro igual
Diverso da tutti gli altri
Que me hizo comprender
Che mi ha fatto comprendere
Todo el bien, todo el mal
Tutto il bene, e tutto il male
Que le dio luz a mi vida
Che ha dato luce alla mia vita
Apagándola después
Per poi spegnerla poco dopo
Ay, qué noche tan oscura
Oh, Che notte oscura
Todo se me ha de volver
Senza il tuo amore non vivrò
Ya no estás más a mi lado, corazón
Tu non sei più al mio fianco, cuore mio
En el alma solo tengo soledad
Nella mia anima tengo solamente solitudine
Y si ya no puedo verte
E se non posso averti
¿Por qué Dios me hizo quererte?
Allora perché Dio mi ha fatto innamorare di te?
Para hacerme sufrir más
Solo per farmi soffrire di più..
LUCIA CONTE, SOPRANO ITALIANO.
FONTI
Materiale fotografico reso disponibile da Lucia Conte
Fabrizio Mocata, compositore e pianista conosciuto ed apprezzato sia in Italia che all’estero, da Montevideo a Buenos Aires, per il suo formidabile talento fluido e versatile, ci accompagna tra le note del jazz e del tango alla scoperta della creatività musicale.
Raccontarsi con spontanea semplicità è il dono che solo i grandi hanno.
La musica e la lirica, nella condivisione dell’ascolto ci offrono la possibilità di un attimo di felicità. Come può accadere? Seguite questa semplice intervista, la gioia, di una comune passione è palpabile.
La lirica d’amore è un concetto che l’uomo da sempre ha cercato di capire, analizzare ed esprimere. L’umanità intera si è consumata nella ricerca degli elementi fondamentali dell’innamoramento che ne fanno scattare la combinazione, perfino la chimica è arrivata a definire la composizione degli attivatori ormonali, perché alla fine è di questo che stiamo parlando: la lirica, non è altro che quel processo di innamoramento poetico in cui il testo del canto ci induce a perderci.
L’ascolto dell’opera e del tango, come in tutte le cose della vita, si possono approcciare con diversi livelli di attenzione e molto dipende dalla intensità e dal coinvolgimento con il quale desideriamo conoscere qualcosa.
Si può ascoltare sia l’opera che il tango, abbuffandosi alla sua tavola, fermarsi ad un appagamento dei sensi, dato dalla bellezza della musica, il canto, la recitazione e l’ambientazione. Potremmo immaginarci di essere lupi affamati, ingolositi dalla elaborata preparazione artistica della “mise en place”, la tovaglia di broccato, la porcellana di Limoges, i bicchieri di cristallo, oppure una preparazione più rustica, ma accattivante, genuina, dove il cibo è esposto con il piacere goliardico di esaltarne la convivialità.
Ci si può fermare qui ed abbiamo già elementi più che a sufficienza per crearvici intorno un vero business commerciale.
Ahimè, come sempre i business commerciali stanno in piedi se ci sono dietro gli artisti. Prima di tutti gli scrittori, siano essi poeti, musicisti, giornalisti o persone che come me si dilettano a dare forma ai pensieri, pensieri che creano ed innescano movimenti di riflessione.
Al seguito degli scrittori si aggiungono uno alla volta altri personaggi, gli interpreti, i registri, i coreografi, i costumisti, gli addetti alle luci del suono, gli spettatori per l’opera, i ballerini per il tango, gli addetti alla sicurezza, al trasporto delle merci. In altre parole, il flusso economico di un sistema di mercato, che risponde alle regole della domanda e dell’offerta.
Il primo anello di questa catena di ricchezza e prosperità economica è lo scrittore, senza di esso non partirebbe niente.
Eppure oggi è il più bistrattato dal sistema stesso.
L’ironia della vita al tempo del Covid, dove la disponibilità della parola visiva data dal contatto è diminuita per le restrizioni imposte di assembramento, la scrittura sta rifiorendo.
Se lo scrittore non riesce con leggerezza a portarci verso l’obiettivo, in tempi rapidi, perdiamo la concentrazione e l’interesse, con una semplice pressione del dito chiudiamo la pagina.
Lo stesso accade con il testo della canzone del tango e dell’opera, se non ci addentriamo nel comprenderli, perdiamo il vero potenziale evolutivo che entrambi hanno, come nel non terminare la lettura di un articolo.
La capacità che ognuno di noi ha, di far propria una riflessione e di rielaborala in base al suo vissuto, è la chiave di comprensione per trovare le risposte giuste per la nostra storia di vita di fronte allo smarrimento della solitudine, della morte, della fame. Emozioni che in tempo di Covid sono tornate presenti nella vita di molti di noi.
Emblematici sono i casi raccolti dalle testate giornalistiche e televisive sulle testimonianze di persone che alla ricerca di risposte ad un malessere interiore si rivolgono a “personaggi ambigui” che sfruttano le debolezze personali.
Non c’è bisogno di tutto questo, i testi poetici del tango e dell’opera, ci potrebbero aiutare in un percorso d’ intima riflessione a porci le domande che abbiamo evitato a lungo e, magari a trovare delle risposte.
Nel tango e nell’opera lirica, il messaggio d’amore è comune e comprensibile a tutte le culture, è espressione fisica, terrena, nella sua sessualità, del qui e ora, si dilata nella sfera emozionale della lirica poetica, dove l’anima, la parte intangibile dell’uomo, lasciata libera, esprime il meglio o il peggio di sé; diventano così le parole il lume che indica l’uscita dal tunnel della disperazione, oggi potremmo dire dalla depressione.
La complessità dell’artista è muoversi all’interno di questi due confini rimanendo in equilibrio, in modo tale da garantire la “pagnotta” tutti i giorni, ma nello stesso tempo non perdere di vista l’obiettivo, una visione d’opportunità di cambiamento.
È con questo invito vi propongo due testi diversi, ma simili, leggerli da soli e ricercare le similitudini e le immagini che vi suscitano l’ascolto della musica è un approccio diverso per assaporare il bello della vita.
Per la lirica, vi propongo le parole di Medora nell’ opera di Verdi, “Il corsaro.”
Tra Medora e Corrado, capo dei corsari, vi è una relazione di profondo amore, ma l’ambizione ed il desiderio di lui lo portano ad allontanarsi a rischiare la propria vita.
Medora lo supplica di rimanergli accanto perché teme il suo non ritorno, sente che la sua vita senza di lui non ha valore. Questa aria intensamente drammatica è da monito; rivela la pericolosità di rimanere prigionieri di pensieri ricorrenti, dove immaginiamo ciò che non è accaduto e non corrisponde alla realtà. Restando in balia dei propri sentimenti al punto che sarà Medora stessa a rendere reale il dramma, suicidandosi perché aveva anticipato la morte di Corrado.
Egli non riede ancora! (romanza di Medora)
“Egli non riede ancora! Oh come lunghe, eterne, Quando lungi è da me, l’ore mi sono!
Arpa che or muta giaci, Vieni, ed i miei sospiri Seconda sì, che più veloce giunga Il flebile lamento Al cor del mio fedel, sull’ali al vento.
Non so le tetre immagini Fugar del mio pensiero, Sempre dannata a gemere All’ombra d’un mistero: E se di speme un pallido Raggio su me traluce, E passeggiera luce Di lampo ingannator. Meglio è morir! Se l’anima Se ‘n voli in seno a Dio; Se il mio Corrado a piangere Verrà sul cener mio: Premio una cara lagrima Chieggo all’amor soltanto, Virtù non vieta il pianto Per chi moria d’amor.”
Per il tango, vi propongo “ Toda mi vida” tango del 1940 , scritto da Jose Maria Contursi, musica di Anibal Troilo e cantata da Roberto Goyeneche. La traduzione del testo in lingua italiana è a cura di Carla De Benedicts, tratto dal suo libro Parole, Parole, Parole di Tango.
Toda mia vida
“Oggi, dopo tanto tempo
senza più vederti, né parlarti,
già stanco di cercarti
sempre…sempre…
Sento che sto morendo,
lentamente, perché mi hai dimenticato
e sulla mia fronte fredda
non lascerai più i tuoi baci.
So che mi hai amato molto
Tanto… tanto come io ti ho amato!
Però in cambio io ho sofferto
molto… molto più di te!
Non so perché ti ho perduta,
neanche so quando fu,
però accanto a te ho lasciato
tutta la mia vita.
E oggi che sei lontana da me
e sei riuscita a dimenticare,
sono un passaggio della tua vita…
niente di più!
Mi manca così poco
Per andare con la morte…
I miei occhi già non devono vederti
Mai… mai!
E se un giorno per colpa mia
Una lacrima hai versato,
perché mi hai amato tanto
so che mi perdonerai!”
Che dire, gli studi psicoanalitici, da Frued a Jung, concordano tutti nell’affermare che sia l’inconscio a governare la parte conscia e la consapevolezza di questo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi, chiediamoci dove vogliamo andare e sapremo risponderci chi siamo.